giovedì 2 febbraio 2012

Arrivederci, Antropologia Culturale!

Continuo a non crederci, ma ho finalmente dato l'esame di Antropologia Culturale, e sì "finalmente" perchè è da quando mi sono iscritta a questa facoltà che ho cercato in tutti modi di sostenere questo esame, però non ci ero mai riuscita perchè arrivata ad un certo punto mi bloccavo al pensiero che non sarei mai stata capace di ricordarmi tutto ciò che avevo studiato e così non riuscivo ad andare avanti nello studio perchè l'ansia e la preoccupazione mi erano di ostacolo. Ieri, però, sempre con una fifa blu mi sono avvicinata alla cattedra dove la professoressa Moro (una studiosa davvero brillante e le cui ricerca e metodologia mi interessano e piacciono particolarmente) mi attendeva, assieme ad un'altra ragazza che doveva sostenere l'esame (sì, abbiamo fatto l'esame a due per velocizzare i tempi considerata quanta gente era là all'appello, che sarà come minimo finito per le quattro del pomeriggio). Ovviamente la fortuna ha voluto che iniziasse con me, infatti mi ha chiesto i rapporti tra cultura e violenza (dimostrando così che non chiedevano solo il capitolo sulla storia dell'antropologia), data la risposta secca alla domanda ho portato esempi al riguardo, da uno di questi esempi (in particolare i rapporti di potere tra moglie e marito nella cultura Yanomamo) ha chiesto all'altra ragazza le relazioni di parentela e qui la mia paura è di nuovo montata alle stelle perchè la ragazza invece di rispondere subito alla domanda - come si suol dire - è partita da Adamo ed Eva parlando prima della storia del metodo d'indagine antropologica per poi approdare alle abitudini sessuali delle ragazze - secondo lei - delle Trobriand (in effetti ha sbagliato perchè nel libro le abitudini da lei espresse erano associate alle ragazze Ju-wasi, infatti sulle Trobriand riferivano giusto che Malinowski aveva supposto una certa libertà sessuale per ambo i sessi, ma che successivi studi e fieldworks avevano dimostrato che le sue teorie erano sbagliate e quella società era molto più complessa di quanto non fosse parso allo studioso) e le differenze di relazioni di parentela tra gli statunitensi e  i cinesi della zona rurale (anche se lei ha detto giapponesi, di cui si parla nel testo principale in merito ai temi della globalizzazione e dello sviluppo economico, non delle relazioni di parentela -.-'''), per poi approdare alle relazioni di genere nelle società di raccoglitori e cacciatori, e lì non sono stata capace di non obiettare che non è  detto che in tutte le società di tutti i tempi (passati e presenti) ci sia stata la considerazione dell'inferiorità della donna rispetto all'uomo, e non ho potuto non parlare degli studi innovatori ed "eretici" (se si considera quanto siano stati discussi e criticati in ambito accademico, com'è normale che sia considerato il potere rivoluzionario di cui sono portatori) di Marija Gimbutas. Da lì è nata un'interessantissima discussione sul tema con la professoressa, e credo di poter dire che interessasse anche lei visto quanto fosse protesa in avanti e come ha interrotto la discussione (per i numerosi colleghi in attesa, altrimenti avrebbe avuto davvero tanto da dire), forse forse solo all'altra esaminanda non è piaciuto considerato che non ha proferito molte parole e per guadagnarsi un pò di attenzione da parte della professoressa ha dovuto dire che il padre è membro onorario dell'associazione storica della sua cittadina e lei ha spesso lavorato lì, cosa che non mi sarei mai permessa di dire perchè dimostra per l'ennesima volta quanto sia piccolo il nostro Paese e come si basi qui il mercato del lavoro: sul familismo e non sulla meritocrazia. 
Alla fine l'esame è andato bene, anzi molto bene e ne sono davvero entusiasta, ancora non me ne capacito. :)

Mi permetto di consigliarvi, a questo punto, la lettura dei testi materia dell'esame, che sono davvero interessanti! :) Inizio oggi con due testi: "Antropologia Culturale" di Richard Robbins e "Viaggi di Ritorno" di Laura Faranda.

Ad un primo sguardo, almeno per quanto riguarda chi lo deve studiare, viene un pò di sconforto data la mole del libro, che è formato dalla modica cifra di 458 pagine. Una volta aperto e data un'occhiata all'indice, si comprende il perchè di tante pagine: oltre a ciò che ha scritto l'autore, il testo è stato arricchito di approfondimenti sui temi affrontati da parte dei curatori italiani dell'opera, arricchendo così il materiale di studio.
E' un'opera di ampio respiro, che affronta in maniera pragmatica gli argomenti fornendo numerosi esempi, ma la parte di cui più sono grata all'autore è quella che pone a fine di ogni capitolo, "case study", perchè mostra soprattutto a noi studenti le possibilità lavorative e applicative della nostra amata disciplina e quindi la validità del nostro percorso formativo, e questa è stata per me una conoscenza davvero importante.
Per quanto mi riguarda, consiglio caldamente la lettura di questo testo ad appassionati della disciplina e non, perchè fornisce una valida chiave di lettura della nostra cultura e le conoscenze per affrontare il nostro presente storico a prescindere dalla propria posizione geografica. Giusto per avere un'idea di quello che potete trovare, vi presento una sintesi del sommario del libro, ma anche per stuzzicare la vostra curiosità:
1. Cultura e significato
2. La costruzione sociale e culturale della realtà
3. La costruzione culturale dell'identità
4. Modelli di relazioni parentali
5. La costruzione culturale della gerarchia sociale
6. La costruzione culturale del conflitto violento
7. Globalizzazione, neoliberismo e Stato-Nazione
8. Il significato di progresso e sviluppo
9. La storia degli orientamenti teorici: una sintesi
L'ultimo capitolo è un'integrazione ad opera dei curatori italiani, che una volta ultimata la lettura fornisce anche un'ottima chiave di interpretazione della metodologia usata nel libro svelando anche il perchè del titolo e permettendo anche di contestualizzare meglio l'opera nel campo più vasto della scienza antropologica.
Inoltre, è stato piacevole incontrare nella lettura parole (e le culture ad esse relative) care al mio Spirito come la Wicca, il Neopaganesimo o i Magaru e le Ciarmavermi della Sicilia.

Scheda Bibliografica:
Titolo: Antropologia Culturale - Un approccio per problemi
Autore: Richard H. Robbins
Curatori: Gabriella D'Agostino, Vincenzo Matera
Traduttori: Nicolina Pomilio, Paola Vitale
Casa Editrice: UTET Università
Codice ISBN: 978-88-6008-270-1
Prezzo: €43,00



Premetto che potrei essere molto, ma molto faziosa nel trattare questo libro, per motivi quasi sentimentali! :P
Laura Faranda è la mia professoressa preferita (non l'unica, ma la prima in assoluto), ho avuto modo di seguire il suo corso "Etnologia delle culture mediterranee" che mi appassionò davvero tanto e di cui conservo un bellissimo ricordo. Durante quel corso ebbi l'opportunità di studiare due dei capitoli parte di questo libro, che all'epoca era ancora una bozza (o meglio sarebbe dire un "lavoro in corso"), quindi avere tra le mani l'opera completa e poter vedere come si inserivano all'interno del discorso è stato particolarmente interessante. Poichè intendevo dare l'esame nella passata sessione autunnale, ho iniziato a leggere questo libro proprio in concomitanza di un viaggio verso una nazione della cara Europa, ma viaggiare per l'Europa potrebbe indurci a viaggiare "con" l'Europa del mito greco da cui prende il nome il Vecchio Continente, dimostrando così che un viaggio è la palestra virtuale di un sapere che si appalesa, prima ancora che nel paesaggio, nei transiti straordinari del linguaggio. Una lingua che importa storie e nella quale si snodano e si depositano le occasioni [...] di una evocazione mitica.
Nel leggere queste parole, tanto allora quanto adesso, non posso trattenere le lacrime e quel magone che mi assale al pensiero di quanto il nostro mondo sia dimentico di quel sapere.
Inutile dire che è stato divorato in breve tempo e adesso mi sono concessa una rapida rilettura in vista dell'esame.
"Viaggi di Ritorno - Itinerari antropologici nella Grecia antica" è un testo che offre numerosi spunti di riflessione ed osservazione sulla contemporaneità, perchè - come da titolo - invita il lettore a compiere un viaggio dal presente al passato alla ricerca di possibili chiavi di comprensione e di azione della realtà presente facendo un parallelo con le passate (talvolta mitiche) realtà, per poi ritornare al punto di partenza: l'oggi.
E' un viaggio che invito tutti ad intraprendere, vuoi per l'illustre compagnia (giusto per citare alcuni nomi mitici: Teti, Achille, Medea, Circe, Gea, Ulisse, Penelope, Pan, ...) vuoi per quella santa (come quella delle Madonne Nere di Tindari e Canneto).
Ancora una volta voglio stimolare la vostra curiosità mostrandovi il sommario, perchè possiate gradire, ma  soprattutto perchè offre una sintetica visione degli argomenti trattati :)
Introduzione
1. In principio era l'oggi: divagazioni antropologiche su due Madonne Nere
    - Nigra sum...
    - ... Sed formosa
    - Donna Villa, signora del limite
2. Tutto scorre. Simbologie dell'acqua nella Grecia antica
    - Le acque nei miti di fondazione cosmogonica
    - Azioni eroiche e percorsi iniziatici
    - Specchi d'acqua come presagi dell'abisso
3. Sulle tracce di Pan: la democrazia ateniese a prova di straniere
    - La patria del Sé
    - Uno straniero nella città
    - Ambigui malanni
    - Andare lontano
    - Una straniera nell'Agorà
4. Viaggiare altrimenti
    - Prologo: Achille e l'ossimoro nostalgico
    - Parodo: Ulisse verso Penelope
    - Esodo: Edipo verso Giocasta
Appendice
  - Un breviario mitico...
Vorrei concludere con una piccola e breve, ma a mio parere veritiera, citazione tratta dal libro:
Tutto ha fine dove tutto ha inizio.
Scheda bibliografica:
Titolo: Viaggi di Ritorno - Itinerari antropologici nella Grecia antica
Autore: Laura Faranda
Casa Editrice: Armando Editore
Codice ISBN: 978-88-6081-538-5
Prezzo: €18,00